Il messaggio del can. Fabrizio Casazza, Consulente ecclesiastico piemontese dell’Unione Cattolica della Stampa Italiana

Sono passate solo poche settimane dal IV centenario della morte del santo vescovo e dottore della Chiesa Francesco di Sales quando ricorrono, proprio in questi giorni, i cent’anni dalla sua proclamazione da parte del papa Pio XI a patrono di «tutti quei cattolici, che con la pubblicazione o di giornali o di altri scritti illustrano, promuovono e difendono la cristiana dottrina».

Per valorizzare questa straordinaria figura il Santo Padre Francesco ha voluto indirizzare una Lettera Apostolica, datata 28 dicembre 2022 e intitolata Totum amoris est. Ogni azione del suo apostolato – celebrazioni liturgiche, conversazioni, prediche, lettere, trattati, missioni diplomatiche, fogli distribuiti nelle case – erano per il santo pastore strade per condurre le persone a fare esperienza dell’amore di Dio che, come spiega il Pontefice, «non è una costruzione mentale, piuttosto è un riconoscimento pieno di stupore e di gratitudine, conseguente alla manifestazione di Dio. È nel cuore e attraverso il cuore che si compie quel sottile e intenso processo unitario in virtù del quale l’uomo riconosce Dio e, insieme, sé stesso, la propria origine e profondità, il proprio compimento, nella chiamata all’amore. Egli scopre che la fede non è un moto cieco, ma anzitutto un atteggiamento del cuore».

Non si tratta tuttavia di una forma di sentimentalismo: per il Santo è la consapevolezza di essere amati dal Signore che regge l’equilibrio tra contemplazione e azione, superando non solo l’egoismo e l’autoreferenzialità ma anche la paura e l’ansia esistenziali. Così il criterio morale diventa «chiedersi in ogni momento, in ogni scelta, in ogni circostanza della vita dove si trova il maggiore amore. Non a caso San Francesco di Sales è stato chiamato da San Giovanni Paolo II “Dottore dell’amore divino”». La cura per la vita spirituale del singolo nel contesto della comunità ecclesiale è la forma per realizzare tutto ciò; non a caso secoli dopo san Giovanni Bosco volle intitolare a lui l’Istituto che stava fondando.

Proprio in questo spirito sta per concretizzarsi un’importante iniziativa, che coinvolge la sezione torinese della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, la Federazione Italiana Settimanali Cattolici, l’Unione Cattolica della Stampa Italiana del Piemonte. Si tratta del Corso di Alta Formazione in comunicazioni sociali, che inizierà a Torino il 24 marzo: esso vuole offrire un percorso di riflessione sull’importanza dei media, affrontandone i nodi critici in maniera interdisciplinare. La presenza nel corpo docente di giornalisti, teologi, storici, medici, sociologi, giuristi, assicura lo sguardo poliedrico con cui si vuole articolare un percorso che porti all’elaborazione di un pensiero strutturato e all’indicazione di buone prassi etiche. La cornice del Ciclo di specializzazione in teologia morale con indirizzo sociale della sezione torinese della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale assicura ad alto livello il rigore scientifico, il dibattito culturale e la qualificazione accademica del corso (per informazioni email biennio@teologiatorino.it).

Insomma, gli strumenti, le idee e le volontà non mancano. È per tutti il compito di far fruttificare l’eredità di san Francesco di Sales con gli obiettivi indicati da papa Francesco: «Attraversare la città secolare, custodendo l’interiorità, coniugare il desiderio di perfezione con ogni stato di vita, ritrovando un centro che non si separa dal mondo, ma insegna ad abitarlo, ad apprezzarlo, imparando anche a prendere le giuste distanze da esso: questo era il suo intento, e continua a essere una lezione preziosa per ogni donna e uomo del nostro tempo».

Can. Fabrizio Casazza
Consulente ecclesiastico piemontese dell’Unione Cattolica della Stampa Italiana

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